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Satira religiosa: umorismo o insulto?

Da sempre la religione è stata oggetto di battute, barzellette, ironia. Talvolta divertenti, talaltra oltraggiose. Di recente, tuttavia, sembra essersi smarrito del tutto quel senso del rispetto della fede e dei fedeli. L’argomento è certamente complesso e, per questo motivo, ho ritenuto utile per tutti ascoltare il parere di chi è certamente più autorevole e qualificato a trattare queste tematiche.

Su Primo Emendamento, infatti, ho il piacere di ospitare Don Mauro Leonardi, presbitero, scrittore, blogger e opinionista italiano. Autore di saggi e romanzi. Solo per citare alcune delle sue opere: Quare, del 2000; Mezz’ora d’orazione del 2003; Come Gesù del 2011 – dal quale prende il nome il blog che ha creato e che gestisce; Abelis del 2012; Signore dei Sogni del 2015. L’ultimo suo romanzo, Una giornata di Susanna tratta temi attuali e quotidiani quali la famiglia, l’amore, la fede. Ho deciso di rivolgermi a lui per un commento su un argomento delicato: la satira religiosa. E lo ringrazio per avermi dato il suo punto di vista su una materia sempre più attuale.

 

Don Mauro, mi sono imbattuto per caso in video satirici che pongono Gesù al centro dello sketch e mi sono chiesto: è consentito – e, se si, in che misura – ricorrere alla Divinità religiosa per far ridere?

Il tema è sicuramente delicato. Si pensi che sull’ “Avvenire” perfino le vignette di Sergio Staino di qualche tempo fa – divertenti e per nulla irriverenti – hanno infastidito non pochi. E così anche “Hello, Jesus!” è stato abolito dal quotidiano di ispirazione cattolica.

Secondo me, Dio si fa delle grandi risate e non si offende.

È anche vero che la satira religiosa è difficilissima da fare. La religione sta a cuore a tantissimi, ed è facile offendere con quel tipo di comicità. Anche se l’offesa non è nelle intenzioni degli autori. Questi, però, dovrebbero essere consapevoli delle loro capacità e trovare il giusto equilibrio, come ad esempio è riuscito più volte a fare il comico Checco Zalone: l’unico che riesce ad essere non offensivo, divertente ed equilibrato anche sui temi che poco si prestano all’umorismo quali la religione, l’omosessualità, la disabilità.

Va comunque detto che noi cristiani siamo disponibili e combattiamo qualunque fanatismo. Dobbiamo, tuttavia, riuscire a distinguere la satira intelligente da quella blasfema, godere della prima e criticare la seconda.

Don Mauro Leonardi col suo ultimo romanzo "Una giornata di Susanna"
Don Mauro Leonardi col suo ultimo romanzo "Una giornata di Susanna"

Lei dice “Nostro Signore si fa delle grandi risate”. Vuole dire che, in fondo, i fedeli se la prendono di più di Lui?

Nostro Signore, secondo me, si diverte. Siamo noi che facciamo diventare tutto motivo di guerra – anche guerra di religione. Con questo tipo di comicità però si rischia, da un lato di ingraziarsi alcuni, dall’altro di farsi tanti nemici. E questo vale per tutti i temi sensibili della nostra società, ancor di più nel nostro Paese, caratterizzato dalla multiculturalità.

 

E allora, mi chiedo, qual è la reazione corretta del fedele che guarda sketch o video in cui la satira religiosa sembra aver superato il limite della correttezza e sia sfociata nell’offesa e nella derisione del proprio credo?

Il rispetto è il primo gradino dell’approccio al prossimo. Si può, e si deve, richiamare alla calma senza mai insultare od offendere, provando a salvare le intenzioni della persona. E, nello stesso tempo, cercare di far capire che le sue intenzioni – magari buone – si sono tradotte in un messaggio distorto.

In ogni caso, la critica può essere mossa contro l’oggetto – lo sketch, il video, ecc. – ma mai contro il soggetto – la persona, il comico, ecc.

 

Forse, però, anche gli autori di satira dovrebbero chiedersi se il loro “prodotto” offende qualcuno? Anche loro dovrebbero essere guidati da quella forma di rispetto che si chiede agli spettatori...

Sicuramente. Ancora mi viene da citare Checco Zalone. Lui in questo è un fenomeno assoluto, perché prima di procedere a battute sui delicatissimi temi che riguardano la sfera personale e intima delle persone, si interroga sull’equilibrio del messaggio. Questa equilibrio, una dose di genialità e chiedersi se si è in grado di approcciarsi ai temi più sensibili dovrebbe guidare chiunque voglia farci ridere. Ben venga la satira, ma che sia di alto livello.

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