Per favore, diamo alle cose il loro giusto nome. Va bene che nell’era degli slogan facili e dell’oblio del pensiero critico, la categorizzazione è l’unico mezzo per far passare dei messaggi nei confronti dei pigri d’intelletto, ma facciamo in modo che quei messaggi siano coerenti con il significato delle parole.
Premessa d’obbligo. C’è una parte del Paese che non nega l’esistenza del Covid-19 e manifesta nelle piazze per condividere un disagio legato a preoccupazioni concrete. Una su tutte, perdere il proprio posto di lavoro. Sono commercianti, imprenditori e lavoratori che, a seguito delle misure restrittive, si sentono abbandonati dallo Stato. Lavoratori che considerano insufficienti e inadeguati gli aiuti del Governo - ristori o indennizzi che siano. Questi concittadini non considerano il virus inesistente, considerano lo Stato - a tutti i livelli governativi - inadeguato ad affrontare la pandemia. Ritengono le misure adottate finora inidonee a garantire il proseguimento della loro attività. Si ritrovano a protestare per manifestare il loro punto di vista, rispettando le misure di protezione, indossando le mascherine e adducendo motivazioni economiche o sociali che meritano certamente attenzione.
Quelli di cui si parla qui - i negazionisti - è altro tema. Ci si riferisce a quei cittadini che non riconoscono l’esistenza del Covid-19, alla luce di non si sa quali lauree (ovviamente mai conseguite) e dottorati medico-scientifici (di cui non saprebbero neppure pronunciare il nome).
Eppure, belli e sorridenti - che sorridono si vede, perché non indossano la mascherina - scendono in piazza e, senza alcun rispetto delle misure anti-contagio, manifestano contro chissà quale complotto, quale governo-ombra-che-guida-il-mondo. La cosa più assurda - fateci caso, se vi capita di guardare qualche video in rete - è il modo in cui strillano, senza riuscire ad argomentare nulla. L’unica cosa che ottengono con le loro grida è l’emissione nell’aria di saliva nebulizzata (c.d. droplet) il cui unico effetto è la trasmissione del Covid-19. Geniale! Specialmente per un virus la cui unica diffusione - per quella che sappiamo essere l’unica vera certezza, al momento - è la trasmissione per via aerea.
Queste persone, additate come negazionisti, andrebbero più propriamente appellate come ignoranti.
Il negazionismo è una cosa seria, che ha un risvolto storico. Si attribuisce chiunque “con riferimento ad alcuni avvenimenti connessi al fascismo e al nazismo (per es., l'istituzione dei campi di sterminio nella Germania nazista), si spinge fino a negarne l'esistenza” - così la Treccani.
Dunque il negazionismo - la cui prima teorizzazione viene fatta risalire a Paul Rassinier - si riferisce all’estrema convinzione dei revisionisti storici che negano l’Olocausto. Il negazionismo è contestualizzato, inquadrato e riferito ad un atteggiamento (gravissimo) di chi reinterpreta un momento storico preciso - il più buio, peraltro, della storia contemporanea - a tal punto da confutare alcuni episodi storicamente provati e documentati.
Chi ritiene il Covid-19 inesistente, oggi, semplicemente non sa. Non conosce la medicina, non conosce la scienza, non lavora negli ospedali, non ha (o ha avuto) parenti contagiati. E chi non sa è ignorante. Il dramma, se vogliamo, è l’ostentazione dell’ignoranza che, spesso, sfocia in presunzione.
Diamo uno sguardo alle loro idee - ammesso che di idee si possa parlare. Sono, più che altro degli slogan totalmente vuoti e dettati solo da un impulso irrazionale. “Il virus non esiste”. “Gli ospedali non sono al collasso”. “La mascherina è un bavaglio”. “Dietro la pandemia c’è Bill Gates”. “Dittatura sanitaria”.
Tutte le volte che qualcuno pone delle domande precise, per meglio comprendere cosa ci sia dietro quelle frasi fatte, i suddetti ignoranti non rispondono, né argomentano. Molto più banalmente sciorinano opinioni e convinzioni preconfezionate che non convincono per nulla: né sotto il profilo medico-scientifico, né sotto il profilo logico. Cos’è questa se non ignoranza?
Dare però dell’ignorante a qualcuno non è giusto, se poi lo non si aiuta ad affrancarsi da quello stato di inconsapevolezza.
Ecco quindi, qualche riga semplice semplice - a prova di negazionista, pardon di ignorante - per chiunque volesse iniziare a pensare con la propria testa e trovare uno spunto per riflettere, anziché limitare i propri neuroni ad agire istintivamente.
1. “Il virus non esiste”. Falso. Ormai praticamente tutti conosciamo qualcuno che ha contratto il Covid-19. Nella migliore delle ipotesi un asintomatico, nella peggiore un ricoverato in terapia intensiva, quando non peggio. Perfino i Capi di Stato che avevano ostentato quella sicurezza nelle loro conferenze stampa, si sono ritrovati in quarantena, ricoverati e intubati. Solo le cure anti-covid e il ricorso al trattamento farmacologico hanno permesso loro di sconfiggere - con l’aiuto indispensabile dei medici! - il virus. Se davvero non esiste, perché ricorrere a medici e farmaci!
2. “Gli ospedali non sono al collasso”. Qui farei una sola domanda: per caso avete delle telecamere a circuito chiuso in tutti gli ospedali d’Italia? Io no, e mi limito a guardare le immagini trasmesse tanto dalle televisioni, quanto dai pazienti ricoverati che condividono dei video amatoriali. Indovinate un po'? Gli ospedali sono intasati! E sono intasati a causa dei contagiati Covid-19. E il numero dei contagiati aumenta tutte le volte che qualche brillante negazionista-ignorante organizza un assembramento per protestare, senza dispositivi di protezione e senza il rispetto delle distanze.
3. “La mascherina è un bavaglio”. Anche qui, scarsa conoscenza della lingua italiana. Il termine bavaglio è riferito al fazzoletto apposto sulla bocca di qualcuno per impedirgli di parlare. Con la mascherina si può parlare, cantare e perfino urlare ma, udite udite... senza diffondere droplets.
4. “Dietro la pandemia c’è Bill Gates”. E se fosse davanti?! No, dai, scherzi a parte, questa come fate a dimostrarla? Con fatti reali, documentati, intendo. Ho cercato (e chiesto) ovunque, nessuna prova, nessun indizio. È solo una supposizione basata sul nulla, tanto valeva dire che dietro c’era la Spectre.
5. “Dittatura sanitaria”. Brutta bestia la memoria, specialmente quando si perde. Dittatura? Io non l’ho mai vissuta, per fortuna, una dittatura. L’ho studiata sui libri e vista nei documentari - vi invito a fare entrambe le cose. Fidatevi, se foste in dittatura, non potreste dirlo!
Ironia a parte, il mio intento non è convincere qualcuno, ma sarei felice se contribuissi ad innescare un meccanismo riflessivo. Non mi piace credere a prescindere a tutto quello che mi viene detto, né contestarlo, senza prima documentarmi e approfondire l’argomento.
Invito a fare lo stesso, non solo per questa pandemia, ma in generale per tutti i fenomeni che ci riguardano in quanto cittadini, in quanto uomini e donne che vivono e condividono la stessa società.
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