La vicenda della preside del liceo Montale di Roma è certamente il caso del momento. Ma perché, non l’ho ancora capito. Si è esposta mediaticamente una professionista con l’accusa di avere una relazione con un diciannovenne, studente presso l’istituto scolastico da lei diretto. Relazione, peraltro, smentita dalla stessa Preside.
Si è gridato allo scandalo, e non ho capito come mai. Si sono pubblicate le chat fornite dallo studente, ma non si è pubblicato il nome dello stesso, riservando un trattamento di pubblicità alla sola Preside, spiattellandola su (quasi) tutti i giornali, accusandola di non so bene cosa.
L’ossessione di questo tipo di stampa sta comportando la distruzione dell’immagine e della carriera di una professionista al solo scopo di fomentare una non-notizia e darla in pasto a quella fetta di pubblico ormai così intellettualmente assopito da potersi appassionare solamente a questo genere di letture.
Per cercare di capirci qualcosa, ho chiesto l’opinione di Gaetano Cappelli, scrittore di successo e vincitore di diversi premi letterari, nonché osservatore acuto dei fenomeni sociali, dei quali ha sempre dato una lettura propria, senza omologazioni di facciata e senza conformismi insopportabilmente ipocriti, ai quali tanti intellettuali – o sedicenti tali – ci hanno abituati.
Gaetano Cappelli, da diversi giorni i giornali e i blog sono invasi dalla foto di una preside di un liceo accusata di aver avuto una relazione con uno studente diciannovenne – relazione che la preside, peraltro, ha smentito. Perché questa, oggi, è considerata una notizia tale da giustificare tanta esposizione mediatica?
Be’, direi oggi ma perché solo oggi c’è una presenza di media in grado di far girare così massicciamente notizie come questa, con dentro tutto ciò che può sollecitare l’interesse del pubblico. Passione, sesso, potere e trasgressione. E soprattutto quella doppia inversione dei ruoli che infiamma la fantasia e i cuori. Ci troviamo davanti a una donna dominante e un maschio assoggettato… almeno in un primo momento. E poi, ecco uno scarto e un nuovo appassionante cambio di ruoli. Il maschio riprende il sopravvento, si fa delatore aggressivo e la femme fatale perde forza, s’illanguidisce. A capo chino, chiede la nostra pietà… e questo la rende ancora più eccitante. Il potere supremo della “gatta morta”, ovvero della donna afflitta, di cui parlava il filosofo Edmund Burke.
Se le parti fossero state invertite – un preside accusato di avere una relazione con una studentessa maggiorenne – che tipo di reazione ci sarebbe stata nella stampa e nell’opinione pubblica, secondo lei?
Dopo il MeToo, ma anche prima, la reazione sarebbe stata assai più netta. Il preside condannato per direttissima. La fanciulla, anche se consenziente, dichiarata vilipesa e, dunque, santificata… la storia d’amore chiusa senza troppo pensarci! Qui invece ci siamo trovati davanti a una serie di reazioni assai più complesse. Per dire, il collettivo degli studenti – una volta nei collettivi si reclamava l’amore libero! – chiedeva la testa dell’arrapantissima preside. Per non dire delle studentesse, ovvero le più accanite accusatrici della reproba, che alla “sorellanza” hanno preferito la più meschina difesa del loro territorio di caccia.
L’atteggiamento del ragazzo – che lei mi pare abbia criticato, con sarcasmo e la sua solita raffinata ironia – è il vero punto della questione? E il fatto che la stampa abbia esposto mediaticamente solo una delle parti di questa presunta relazione non è forse esecrabile?
Onestamente provo pietà per lui. È giovane occhei. Ma davvero potrà mai perdonarsi di aver sputtanato la donna che gli ha fatto realizzare il sogno di ogni liceale che si rispetti – farsi la bella sensuale prof? Di averne causato la messa alla gogna? Di aver raccontato tutto a papà&mammà… e quelli poi che, invece di prenderlo a calci nel culo, questo indifendibile bimbo-minchia, e ringraziare la generosa educatrice per averlo iniziato alla vita, mettono in piedi sto casino! No davvero, non ha parole.
Che consiglio si sentirebbe di dare alla preside della scuola, se l’avesse davanti?
Scomparire per un po’… e al più presto. Per fortuna, la nostra epoca metabolizza e dimentica tutto in fretta. C’è gente che ha combinato autentici disastri che oggi pontifica tranquillamente da giornali e tivvù. Qui, alla fine cos’ è successo? Non c’è reato. Al massimo un problema di opportunità, ma nel giro di qualche mese… fluff… sarà tutto risucchiato nel serbatoio immenso dell’indistinto.
Cosa impariamo da questa vicenda, rispetto alla società in cui viviamo?
Che il destino di ognuno è, oggi, in balia di nuove divinità e che quelle divinità viaggiano, proprio come quelle del passato, veloci, nell’etere. In definitiva, niente che già non sapessimo.
Gaetano Cappelli, scrittore italiano con alle spalle una copiosa produzione letteraria. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Floppy disk (Marsilio, 1988); Volare basso (Marsilio, 2009), Il primo (Marsilio, 2005), Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo (Marsilio, 2007), tradotto in Francia e, grazie al quale, è divenuto Chevalier de la Confrérie du Tastevin di Borgogna, onore riservato a pochi eletti beoni, tra cui Norman Rockwell e Winston Churchill. E poi, Parenti lontani (Marsilio, 2009), Premio Internazionale John Fante, e La vedova, il Santo e il segreto del Pacchero estremo (Marsilio, 2012), Premio Hemingway. Ancora Scambi, equivoci eppiù torbidi inganni (Marsilio, 2015), e Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo (Marsilio, 2016). Infine, Quanto sei cool. Piccola guida ai capricci del gusto (Sonzogno, 2017) e, a giugno, sarà in libreria con Lo snob. Lo snobismo nella società dello snobismo di massa (Oligo Editore).
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