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Il fondamento sacro della politica

Leggendo “Il fondamento sacro della politica” mi sono chiesto quanto di attuale – e attuabile – ci sia, nella politica contemporanea, degli insegnamenti e delle intuizioni di Platone. Ne ho parlato con Giuseppe Muscato, autore del libro e fondatore dell’associazione filosofica Paideia, dal confronto con il quale è scaturita questa piacevole e illuminante intervista. Buona lettura.

 

La filosofia è spesso percepita come materia incomprensibile adatta solo agli addetti ai lavori. Possiamo affermare che questo testo si rivolge a tutti nonostante al suo interno ci sono specifici riferimenti filosofici che sembrano parlare solo agli esperti? O, piuttosto, si consiglia la lettura a chi ha qualche riferimento filosofico-culturale?

La Filosofia è appannaggio di tutti.

Tutti gli uomini si pongono delle domande sul senso della propria esistenza, sulla sua finalità, su chi siamo, su ciò che è giusto, amorevole, vero, ecc.

La storia della filosofia che si studia nelle scuole è un’altra cosa.

Mentre la Filosofia in sé è ricerca del significato profondo della vita in cui il soggetto che cerca si mette in discussione e indaga con “eros”, la storia della filosofia è, spesso, un accumulo di nozioni che tende a “gonfiare” l’ego, che così compensa le sue carenze.

Nel primo caso l’ego si ridimensiona, perché la verità è quella che è e non quella che piace all’ego che ricerca.

Nel secondo caso l’ego si esalta perché si impadronisce di alcune tecniche oratorie utili per vincere “in politica e nei tribunali”.

Nel primo caso si tocca la nòesis, cioè la facoltà intuitiva che è spontanea, innocente, felice e tutta tesa alla conoscenza della verità (filo-sophia), nel secondo caso si tocca la dianoia (la mente razionale) che è tesa alla vittoria dialettica (filo-nikia).

Platone in tal senso ci dà un grande insegnamento perché in tutta la sua opera il suo nome compare solo due volte (in occasione del processo e della morte di Socrate).

Il protagonista centrale, il Maestro, in quasi tutti i dialoghi è Socrate. Platone si mette da parte offrendoci un grande insegnamento: la Filosofia è un esercizio di… morte. Morte dell’ignoranza e della stupidità che antepone l’ego a tutto, ma è vita dell’anima che, nel suo aspetto noetico esprime la Saggezza e l’Amore.

Da questa prospettiva “Il Fondamento sacro della Politica” si rivolge agli “amanti della Sophia”, a chi cerca, con purezza di intenti la Verità e la Giustizia, a chi, rendendosi conto della follia in cui sta precipitando il mondo, cerca una terapeia in grado di creare un’armonia politica che può cambiare le sorti del pianeta.

E, in ogni caso, anche se dovessimo andare incontro a una catastrofe, si dovrà ricominciare sempre dai Princìpi universali se si vuole ripristinare un equilibrio mondiale degno dell’homo sapiens.

Abbiamo avuto cura, per venire incontro a non addetti ai lavori, oltre che di rendere il linguaggio più semplice possibile, di inserire un glossario che spiega i principali termini tecnici.

 

Siamo in un’epoca in cui la democrazia è considerata il miglior sistema di convivenza politica e sociale, intoccabile, direi.

Parlare di Platone, e sviscerare le idee da lui formulate nella Politeia, non rischia di essere anacronistico, se non addirittura inutile, vista l’idea di fondo che considera la democrazia stessa una forma corrotta e fuorviante per il buon governo?

Ci dobbiamo comprendere penetrando più profondamente il problema: come si dice nel secondo libro, la Repubblica nasce per “scrivere a lettere più grandi (nella Città) ciò che è scritto a lettere più piccole (nell’uomo)”. Quindi la Città è l’ingrandimento di ciò che è nell’uomo.

Se si guarda l’immagine di pag. 393 (si veda sotto: immagine 1) si può comprendere immediatamente tutta l’impostazione della filosofia platonica: l’uomo può essere impulsato da meccanismi subconsci (la parte concupiscibile o irascibile, rappresentata dagli animali) oppure può essere guidato dalla parte sapiente, consapevole e amorevole (nòesis).

La regalità, all’interno dell’uomo, nasce quando, di là dai capricci del subconscio, l’intelligenza governa la psiche umana, creando equilibrio e armonia tra le varie parti perché si guarda alla Verità. La timarchia subentra quando si guarda alla gloria e all’onore; l’oligarchia quando si dà priorità alla ricchezza; la democrazia quando il principio del piacere si impone su tutto il resto; la tirannide quando si instaura una dipendenza da un contenuto ossessivo.

La democrazia nella Città (ma sarebbe meglio chiamarla demagogia, perché un gruppo di uomini illuminati eletti per Platone è “regale”), si impone quando la parte concupiscibile prende il sopravvento sulle parti più equilibrate e serene degli uomini. Quindi la società viene guidata da ego senza regole, per cui non c’è nessuna gerarchia, tutti possono fare tutto, tutto è giusto e non c’è niente di male in nulla, ognuno legittimamente può dare sfogo a tutti i desideri perché non bisogna creare inibizioni, ecc. Si apre così la strada alla legge della giungla e alla tirannide.

Tutto questo nella Repubblica viene spiegato in maniera molto dettagliata.

Platone ha dato i “parametri” del buon governo.

Così come la conoscenza dei parametri ematici ci dice se siamo in buona salute o se siamo in presenza di una patologia più o meno grave, allo stesso modo la conoscenza di alcuni meccanismi sociali ci dice se la nostra società è in buona salute o se siamo in una condizione patologica più o meno grave.

A chiare lettere Platone dice che il Reggitore dello Stato deve essere risvegliato al Bene, dunque senza capricci personali, senza pressappochismo, senza scelte arbitrarie, senza volontà di parte, in una parola, senza ego.

Dice pure che una Persona con questa dignitas può essere scelto dal popolo. Quindi non è contrario al potere ma all’elezione di enti subconsci al potere.

Adesso con l’intelligenza artificiale che incombe rischiamo che a governare siano le… macchine.

Esse hanno una possibilità di calcolo e di ampiezza nozionistica enorme, basti pensare ai logaritmi che imperversano sui social; possiamo dire che le macchine scimmiottano la mente razionale. Ma tutto ciò è fondato su un processo stocastico (probabilistico, aleatorio).

Dunque, se non vogliamo farci governare da un processo stocastico, dobbiamo necessariamente esprimere la nostra parte intuitiva noetica che è metarazionale, che cioè supera e illumina la mente razionale o dianoia. Oggi vi siamo obbligati!

Tutta la filosofia platonica è un inno alla nòesis e un ridimensionamento della mente appropriatrice, egoistica, proiettiva che produce sofismi per perpetuare il potere egoico che crea competizione e conflitti.

In questo momento storico le sorti del mondo sono affidate a enti tutt’altro che risvegliati al Bene, la cui sublime intelligenza ci sta portando all’autodistruzione.

Dobbiamo cambiare rotta!

Immagine 1

Lo Stato di Platone è uno Stato utopico (o ideale). Partendo da questo assunto, che senso ha sforzarsi di portare nel tessuto sociale, politico e culturale un modello che sappiamo a priori non poter attecchire nella realtà?

Non si corre il rischio di trovarsi a inseguire una speranza di Stato reale imperfetto e perfino corrotto?

Lo Stato di Platone è “utopico” come la perfetta salute di un corpo umano è utopica, ma conoscere i “parametri ematici” normali è importantissimo per comprendere fino a che punto siamo sani o fino a che punto siamo malati. In base a questa conoscenza possiamo comprendere che tipo di terapia adottare o che cosa dobbiamo aspettarci.

Adesso siamo a un grado tale di patologia (guerre, demenziale accumulo di ricchezze da parte di pochi, cinismo patologico nei confronti di giovani vite stroncate e torturate senza pietà, ecc.) che è assolutamente necessario cambiare criterio di azione.

Al buio dei meccanismi inconsci animali bisogna contrapporre la luce della Conoscenza-Amore.

Sembra che l’uomo abbia scelto la via del dolore per svegliarsi a delle… evidenze. Il dolore è un maestro severo, mentre la comprensione sarebbe un maestro dolce. La Filosofia potrebbe essere una via felice, calma, rasserenante che, resa fattiva, cioè realizzativa, può portare l’uomo all’evidenza che “siamo atomi di una stessa molecola chiamata umanità”. Ma questo non deve essere un evento sentimentale che produce solo dei buoni a… nulla, ma un risveglio coscienziale: un “vedere” chiaro e irreversibile, forte, sacro e ineluttabile. Se più persone si svegliano si vedrà che… il re è nudo, che questo dio costituito dall’accumulo di qualsiasi ordine e grado, è semplicemente un impostore, foriero solo di confusione e disperazione.

 

Volendo far tesoro degli insegnamenti platonici, quali mosse si dovrebbero compiere oggi per forgiare rappresentanti politici che pensino al bene della cosa pubblica e dei suoi cittadini, anziché al proprio tornaconto personale?

Questa è la domanda cruciale che bisogna porsi e ci sarebbe un lungo discorso da fare.

Bisognerebbe intanto riconoscere che tutti abbiamo la possibilità noetica che ci immette nella grande corrente della vita, che non nel desiderio acquisitivo sta la gioia e l’appagamento dell’uomo, riconoscere che nella vita tutto si dona – il cielo, l’aria, la pioggia, le piante, ecc. – e che solo quando ci doniamo, esprimendo il meglio che abbiamo nel Cuore-Intuizione, allora siamo nel Cuore della Vita, assolutamente liberi e paghi.

Quando le persone si autoaffermano sfoggiando qualche giocattolo sofisticato dobbiamo considerarli come dei bambini che si vantano di avere un lecca lecca davanti a chi non ce l’ha. Bambini e non Reggitori dello Stato!

La saggezza del mondo si deve ribellare di fronte a questa sciocchezza che è solo foriera di competizione e conflitti, bisogna ricuperare l’intelligenza che dice che non nell’avere ma nell’essere sta il segreto del ben-essere e della sana convivenza tra popoli e nazioni.

 

E cosa fare per forgiare buoni cittadini?

Bisogna creare un “contagio intuitivo”. Sin dalla scuola di primo grado gli insegnanti devono essere nelle condizioni di riconoscere negli alunni il genio intuitivo (adesso invece si assiste talora a situazioni in cui i ragazzi superiori alla media sono giudicati affetti da varie sindromi patologiche).

Bisognerebbe attrezzare la scuola a stimolare la facoltà intuitiva.

Come una persona adirata stimola l’ira, come una persona razionale stimola la razionalità, una persona intuitiva stimola la facoltà intuitiva (che come dice Plotino tutti abbiamo ma pochi usano). Bisognerebbe mettere gli alunni in contatto non con la storia (della filosofia, della letteratura, dell’arte, ecc.), ma direttamente con la filosofia, la letteratura, l’arte, ecc.

Bisogna mettere i discenti a contatto con i grandi dell’umanità, leggere direttamente le opere, avere contatti con la grande arte (pittorica, musicale, ecc.), studiare direttamente i miti, le scritture sapienziali, i grandi messaggi che da sempre nutrono la parte più profonda dell’uomo.

In una parola bisogna “innamorarsi” dei Princìpi universali: la Verità, l’Amore, la Bellezza, la Libertà, la Giustizia e così via. Bisogna fare ogni sforzo (per fare cose belle anche il tentativo è bello, dice Platone nel Fedro), pur di attingere a queste “energie” che si donano copiose a chi sa amarle.

Se poi qualcuno sente la vocazione politica, allora deve intraprendere una seria formazione (che ve distinta dall’informazione nozionistica) che lo porti a una dignitas e a una potestas (scienza dell’azione collegata all’Universale) che gli diano la stabilità, la libertà, il coraggio di adempiere alla più nobile delle missioni: servire lo Stato!

Nel libro (di cui non si chiedono diritti d’autore) tutto questo è spiegato nel dettaglio, Platone parla diffusamente della formazione del “guerriero-custode” dello Stato.

Qualora non ci fosse questa possibilità di ricreare una convivenza civile e una civiltà dell’intelligenza (che, per sua natura cerca il Bene), dovremmo rassegnarci alla legge della giungla e alla violenza, alla dittatura degli “animali”, di uomini preda di meccanismi subconsci senza ratio.

Consentitemi, invece, alla fine di questa succinta intervista di esprimere la più grande gratitudine verso i grandi Maestri per gli Insegnamenti imperituri che ci hanno offerto e che sono ancora in grado di salvare l’umanità.

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Commenti: 1
  • #1

    Angelo Riccobono (domenica, 13 ottobre 2024 18:39)

    Bellissimo libro,di facile comprensione,piacevole ed illuminante. L'autore è riuscito a realizzare ,ciò che si era prefissato. Un libro che porto nel cuore,e che ha contribuito a dare un forte impulso alla mia crescita.